Emily Dickinson
So di un paradiso
cura e traduzione di Piera Mattei
Un materialismo arreso ma innamorato della vita riconosce nella stessa polvere la varietà colorata e palpitante del vivente
Occorre notare quanto unica sia questa poesia, nella sua spavalda identità femminile. Un gesto quotidiano come quello di piegare e riporre gli abiti, o un telo, diventa l’immagine focale di due delle liriche qui presentate: «I’ve known a Heaven, like a tent / to wrap its shining yards» (243) e nella 342: «Till summer folds her miracle / as women do their gown». Emily è donna, seducente e sedotta, anche rispetto alle forze della natura, con un mare, questo sì immaginato, che la insegue, le bagna i vestiti, le accarezza le caviglie (520). Fantasia straordinaria questa liquida immensità che, giunta nella città dei solidi, con un inchino si ritrae. Cavaliere gentile con la sua dama è la Morte stessa. Emily ne parla, usando il pronome maschile nella lirica 712, dove è immaginata una galante cattura a domicilio, su una carrozza dall’andatura lenta, quasi da parata.
Piera Mattei, dalla nota critica
I died for Beauty – but was scarce Adjusted in the Tomb When One who died for Truth, was lain In an adjoining Room – He questioned softly “Why I failed”? “For Beauty”, I replied – “And I – for Truth – Themself are One – We Bretheren, are”, He said – And so, as Kinsmen, met a Night – We talked between the Rooms – Until the Moss had reached our lips – And covered up – our names – |
Morii per la bellezza, ma ero appena composta nella tomba che un altro, morto per la verità, fu disteso nello spazio accanto. Mi chiese sottovoce perché ero morta gli risposi “Per la Bellezza”. “E io per la Verità, le due cose sono una sola. Siamo fratelli” disse. Così come parenti che si ritrovano di notte parlammo da una stanza all’altra finché il muschio raggiunse le labbra e coprì i nostri nomi. |
Pagine: 74 | ISBN: 9788866831143 | ISBN-A: | Prezzo: € 12,00 Acquista