Nohad Salameh, nata a Baalbek nel Libano, è una delle voci più importanti della francofonia contemporanea. Da suo padre, poeta in lingua araba, ha ereditato il gusto delle parole e un vitale approccio ai simboli.
È autrice di una quindicina di raccolte. La maggior parte delle sue poesie è riunita nell’antologia personale D’Autres annonciations (Le Castor Astral, 2012), insignita del Premio Verlaine de l’Académie française. Premio Louise Labé per L’Autre écriture (1988) e Grand Prix de poésie d’automne de la Société des gens de Lettres nel 2007. Nel 2017, pubblica un saggio di successo, Marcheuses au bord du gouffre (La Lettre volée) su undici figure tragiche della Letteratura femminile: Emily Dickinson, ElseLasker Schüller, Renée Vivien, Nelly Sachs, Marina Cvetaïeva, Edith Södergran, Milena Jesenskà, Annemarie Schwarzenbach, Unica Zürn, Ingeborg Bachmann, Sylvia Plath.
Nohad Salameh è membro della giuria del Premio Louise Labé e dell’Académie Mallarmé.

Il tempo muore delle sue ferite