la Repubblica - 8 marzo 2015
LA COLLANA
I nuovi poeti russi in nome di Brodskij
di Benedetta Craveri
È con questa piccola quanto suggestiva scelta di versi di Sergej Gandlevskij che prende l'avvio la collana de I poeti della Fondazione Brodskij. Un'iniziativa che sarebbe piaciuta al grande poeta insignito del Nobel per la Letteratura. Dopo la sua morte nel 1996, la Fondazione ha dato vita a un sistema di borse di studio che ha permesso a numerosi artisti russi di venire a Roma. Nel decidere di tradurre i loro versi, Claudia Scandura ha voluto chiudere il cerchio, iniziando i lettori italiani alla poesia russa contemporanea. A inaugurare la collana è il sessantatreenne Gandlevskij, considerato dalla critica russa "un classico vivente". Nato a Mosca, ma come il pietroburghese Brodskij, ebreo, libero pensatore, è in lotta contro ogni forma di conformismo: «Meglio che i miei occhi non vedano come il mio tempo/ a stento vada verso la collettivizzazione del non essere». Fedele al "vituperato gioco dell'immaginazione", il poeta riscatta lo squallore del vivere quotidiano in un dialogo ininterrotto con i grandi maestri della letteratura russa, invitandoci a fare lo stesso. Una bellissima lezione.