Mi chiamo Carmelo Scaccia e sono nato a Palermo, in un quartiere di periferia chiamato “Il Villaggio”, nell’inverno del 1990. Figlio di un custode condominiale e di una collaboratrice domestica, ho iniziato a scrivere poesie da piccolissimo.
Riuscii a superare i test per poter iscrivermi al corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’università di Pavia. Ho vissuto per sei anni in un collegio universitario maschile, [...] il mio percorso a Pavia si è chiuso il 10 maggio del 2014 nel reparto psichiatrico dell’ospedale della città – nel quale speravo di entrare da medico e non certo da paziente – legato a un lettino nella mensa della struttura (mancavano i letti, ma il mio caso era piuttosto grave) e con una flebo di barbiturici ficcata nell’avambraccio.
Poteva essere la fine di tutto, ma mi sono reinventato e adattato ai rottami della mia anima. Ho iniziato un percorso psicoterapico che continua ancora oggi, ho fatto il Servizio Civile, ho lavorato come muratore, e dal 2018 ho ripreso gli studi ricominciando da zero: mi sono iscritto al corso di laurea in Lettere Moderne dell’università di Palermo.
In tutto questo tempo non ho mai smesso di scrivere, nemmeno durante il ricovero, poiché per me scrivere non è solo una passione ma un bisogno quasi biologico, come il bere o il respirare.