Carlo Gozzi nacque a Venezia, dove restò l’intera vita (1720-1806) tranne tre anni (1741-1744), trascorsi in Dalmazia come militare, al servizio del Provveditorato Generale veneziano in quella regione. Proveniente da una famiglia molto numerosa, di nobile origine ma impoverita e litigiosa, non volle mai sposarsi né avere figli.
Oltre ai tre volumi delle Memorie inutili, date alle stampe per la prima volta nel 1797, pubblicò otto volumi di Opere, che comprendono, oltre al poema eroicomico la Marfisa bizzarra, le dieci Fiabe Teatrali, di argomento insieme polemico e fantastico, che regalava, perché le mettessero in scena, agli attori e alle attrici, agli impresari della compagnia Sacchi. Fu acerrimo critico del Goldoni del quale nelle stesse Memorie afferma: “uno scrittore italiano (levatolo dal dialetto veneto del volgo nel quale era dottissimo) da porre nel catalogo de’ più goffi, bassi e scorretti scrittori del nostro idioma”.
Le sue Fiabe ebbero molta fortuna soprattutto tra gli autori romantici. Furono amate, tradotte, imitate o reinventate tra gli altri da Goethe, Schiller, Tiek, Wagner, Puccini. Ricordiamo, tra le più famose, Turandot, Il Re Cervo, Il Corvo, L’Amore delle tre Melarance, La Donna serpente, Zobeide, L’Augellino belverde.